The Project Gutenberg EBook of Istruzioni popolari per la buona tenuta dei bachi da seta, by Tito Poggi This eBook is for the use of anyone anywhere in the United States and most other parts of the world at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online at www.gutenberg.org. If you are not located in the United States, you'll have to check the laws of the country where you are located before using this ebook. Title: Istruzioni popolari per la buona tenuta dei bachi da seta Author: Tito Poggi Release Date: March 13, 2017 [EBook #54352] Language: Italian Character set encoding: UTF-8 *** START OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK ISTRUZIONI POPOLARI *** Produced by Rosemarie della Scala and Barbara Magni (original images from Biblioteca Scolastica - Istituto Tecnico Agrario "G. Garibaldi", Roma) CATTEDRA AMBULANTE D'AGRICOLTURA della Provincia di Verona ISTRUZIONI POPOLARI PER LA BUONA TENUTA DEI BACHI DA SETA (CAVALIERI) DEL Prof. TITO POGGI Si vende presso la _Cattedra d'Agricoltura_, in Verona al prezzo di Cent. 20 VERONA STABILIMENTO TIPO-LIT. P. APOLLONIO 1901. AI BACHICULTORI VERONESI La =quantità= e la =qualità= dei bozzoli (gallette) dipendono dalla =buona semente= e dal =modo di tenere i bachi e di fare il bosco=. Per la =qualità= specialmente, una parte della provincia veronese lascia ancora da desiderare. I filandieri si lagnano dei nostri bozzoli. Ma noi potremo in breve far cessare tali lagnanze =se ci metteremo ad allevare bachi di buone razze e a tenerli meglio=. Allora il nostro bozzolo sarà più ricercato e =meglio pagato=. Ecco dunque lo scopo di queste istruzioni che spero di vedere bene accolte e osservate[1]. T. P. I. La semente. 1. Il _seme-bachi_ deve essere assolutamente _cellulare_. Non si deve pagarlo _troppo poco_. Se infatti il prezzo alto non sarà sempre una guarentigia di diligente e buona preparazione, il prezzo troppo basso sarà sempre _una prova certa_ che il seme non è _cellulare_, anche se venduto per tale, ma bensì _industriale_, cioè preparato senza selezione microscopica. La semente dei bachi da seta si acquisti dunque da Ditte _di fama illibata e di conosciuta competenza_, e preferibilmente provenga da allevamenti fatti in luoghi montuosi, o almeno molto ventilati. 2. Si dia la preferenza alle _razze incrociate bianco-gialle_ (femmina chinese e maschio indigeno tipo Ascoli) _di primo incrocio_, e ad altre simili che abbiano dati i migliori risultati negli allevamenti degli anni precedenti. Non si corra troppo facilmente _incontro alle novità!_ Se riescono bene, le razze _gialle_, o _incrociate col giallo_, danno i prodotti maggiori e una qualità di bozzolo che, sul mercato, ottiene i prezzi più alti. Ma se l'esperienza dimostra che in quel determinato luogo ove si farà l'allevamento tali razze riescono troppo _delicate_, si ricorra a incroci con più o meno sangue chinese (_femmina chinese_). 3. Il seme-bachi deve esser _conservato_ nei telaini di legno e garza o entro scatole molto bucherellate, sempre a strati sottilissimi. _Le uova dei bachi respirano continuamente_, anche quando non è cominciato il loro svolgimento. È dunque necessario che il locale ove si conservano sia _molto ventilato_. Deve essere pure _asciutto_. E finalmente, in questo locale (_ibernatore_) la temperatura dovrebb'essere il più che fosse possibile _costante, oltrechè bassa_: meglio sarebbe di soli 2° a 3° Centigradi sopra zero, fino all'approssimarsi della incubazione; vicino a quest'epoca potrà salire gradatamente fino a 5° o 6° C. Soprattutto è importante che il seme sia conservato a questa temperatura bassa e _costante_ nei due mesi (marzo e gran parte d'aprile) che precedono la incubazione. Soltanto presso a questo tempo si potrà permettere che la temperatura gradualmente s'inalzi dai 5° a 6° C fino a 9° Reum. = 11°½ C circa. _I balzi di temperatura in questa stagione sono dannosissimi alla buona riuscita degli allevamenti._ II. L'incubazione. 4. L'incubazione o _covatura_ artificiale _è necessaria_; bachi sempre deboli son quelli nati spontaneamente. Il calendario (S. Zeno, S. Marco, S. Giorgio) segna date assai incerte per l'incubazione, perchè l'andamento della stagione nel mese d'aprile è spesso molto incostante. Piuttosto che a una _data_, convien badare _allo sviluppo della foglia di gelso_. Non bisogna affrettarsi troppo; ma nemmeno troppo indugiare. _Quando i gelsi delle migliori esposizioni hanno le loro gemme bene sbocciate, e ognuna di esse mostra evidenti 2 foglioline_, allora si metterà il seme bachi al covo. Fra i vari metodi di covatura sono assolutamente da condannare: la _covatura in seno_; la _covatura nei letti_; la _covatura nelle stalle_. E sono solamente razionali: _a) la covatura colla incubatrice;_ _b) la covatura in una stanza riscaldata._ Il primo metodo è buono per piccole quantità; l'altro per grandi. Buone incubatrici sono quelle: _Orlandi_ (L. 140) capace anche di 100 oncie e più, _Calligaris_ di Udine (L. 35, per 24 oncie) ed altre (_Pucci, Lämmle, Vannuccini, Sini_, ecc.) Nella stanza incubatrice[2], o nella incubatrice, quando vi si porta il seme dovrebbe esservi la stessa temperatura che la semente risentì negli ultimi giorni nella stanza in cui venne portata (circa 9° R. = 11°½ C) o di poco maggiore. Poi la temperatura dovrebbe crescere gradualmente, _a circa mezzo grado al giorno_, da 9° R. (circa 11½ centigradi) fino a 16° R. = 20° C. Quando il seme comincia a _sbianchire_ si porterà subito la temperatura a 17° R., pari a 21° Cent., temperatura _da mantenere costante durante tutta la nascita_. Il seme-bachi, nell'incubatrice o nella stanza riscaldata, deve essere tenuto in scatolette in strato _sottilissimo_; l'ideale sarebbe che le uova fossero in un unico strato, una accanto all'altra, come nelle deposizioni naturali o sui cartoni giapponesi. _Non si devono rimestare le uova; ma lasciarle in quiete assoluta durante l'incubazione._ III. Locali e attrezzi. 5. Un locale appositamente costruito per i bachi (_bigattiera_) non occorre. Le grandi bigattiere anzi richiedono cure straordinariamente diligenti per non divenire focolari di malattie. I grandi allevamenti, oggidì, sono sostituiti, con assai maggiore convenienza, dai piccoli. _Fatta dunque eccezione per gli allevamenti speciali destinati a riproduzione_ (pei quali _apposite stanze_ possono qualche volta essere necessarie) nella più modesta casa di contadino si può trovare locale adatto per un buon allevamento di piccola partita di bachi. 6. Il locale però deve innanzitutto _essere asciutto e ventilato_. 7. Deve aver _camino_ o _stufa di cotto_[3] senza valvole, che permetta una facile aereazione. Le correnti d'aria che si debbono ottenere nella stanza non dovranno però mai colpire direttamente i bachi. _Il riscaldamento della stanza coi bracieri (padelle) è da condannarsi._ 8. I _graticci_, _stuoie_ o _arelle_ pei bachi possono esser fatte di diversi materiali (legno, canna di palude, rete di fil di ferro ecc.) Non ha molta importanza la scelta del materiale; ma importa invece, soprattutto, che i graticci permettano un continuo arieggiamento o rinnovamento d'aria. Sono buonissimi pertanto quelli fatti di cannuccia di palude, detti appunto _cannicci_ o _arelle_. Per comodità di maneggio i cannicci possono tendersi anche su una leggera intelajatura di legno. Ma è un grosso errore intelajare tutta l'arella in una sponda di legno, che è poi tanto più dannosa quanto più alta, perchè l'aria respirata dai bachi in questi graticci ristagna attorno al corpo del baco. Infine i graticci debbono essere leggeri e non troppo larghi: standone ai lati, si deve comodamente arrivare colle braccia oltre la mezzeria. I _castelli_ (_peagnare_ nel Veronese) per sostegno dei graticci si possono fare con quattro o sei aste di legno (_peagni_) provviste di buchi nei quali si ficcano dei _cavicchi_ e su questi si appoggiano le _traverse_ che sostengono i cannicci. Migliore è il sistema dei cannicci muniti di piedi e sovrapposti l'uno all'altro, od anche quello dei cannicci appesi con funi o _ganci_ (sistema Sartori) ai travi del soffitto, il che permette anche, di tempo in tempo, di far dondolare tutto il castello arieggiando i bachi. In tutti i casi, fra un graticcio e l'altro, sianvi sempre circa _35_ a _40 centimetri_ di distanza; _ma non meno di 35_. Dalla terza o dalla quarta muta in avanti si possono anche alimentare i bachi con foglia attaccata ai ramoscelli o _polle_ del gelso, usando di uno dei _sistemi detti economici: a cavalloni_ o _friulano, sistema Bonoris_ e _Pasqualis, sistema Cavalto_ che io vorrei vedere anche nella nostra provincia e di cui diramerò in altro momento apposite istruzioni. IV. Disinfezioni e suffumigi. 9. È della massima importanza, specialmente per difendere i bachi dalla malattia del _calcino_, di _disinfettare accuratamente i locali_ e gli attrezzi. Le sostanze che si possono adoperare per la disinfezione sono: 1. la _Formalina o Formaldeide del commercio_; 2. il _fumo di legna_; 3. il _fumo di zolfo_; 4. il _solfato di rame_; 5. il _sublimato corrosivo_. Metto per ultimo il _sublimato_ nonostante esso sia potente _antisettico_; ma è un po' pericoloso perchè velenosissimo. _Chi adopra il sublimato guardi dunque bene a quel che fa: lo adopri in soluzione al 2 per 1000 e immerga nella soluzione gli attrezzi, che poi farà asciugar bene all'aria e al sole._ Poi il sublimato nella disinfezione dei locali, dei muri specialmente, non è molto efficace. 10. Chi vuol seguire mezzi più semplici e meno pericolosi di disinfezione adotti il metodo che sto per dire: _a_) _Preparare una poltiglia bordolese al 2% di solfato di rame con altrettanta calce; poi, colla pompa irroratrice, irrorare soffitte, pareti e pavimento delle stanze destinate ai bachi._ Invece di questa poltiglia che tinge tutto in celeste, si può adoperare una soluzione di _formalina_ all'1½ per 100, e questa è anche più efficace, _ma costa di più_ (L. 2,50 per kilogr., al massimo, la formalina, e quindi L. 3,75 per ettolitro il liquido). Fatta questa disinfezione al locale, si immergano tutti gli attrezzi, per mezz'ora almeno, in una vasca contenente una _soluzione semplice di solfato di rame_ al 2%. Quindi si lascino asciugar bene al sole, e si rimettano nella stanza destinata ai bachi, ove, per precauzione, si farà evaporare nel fornelletto apposito (fig.ª A) ancora un po' di formalina (100 grammi per 100 metri cubi di spazio).[4] Tutto questo si fa _prima_ di portare i bachi nel locale. _Nessun suffumigio con zolfo o con formalina deve farsi durante l'andata al bosco dei bachi._ Invece, durante l'allevamento, ed evitando soltanto i periodi _delle dormite_, si potranno fare suffumigi con poca formalina (1 grm. per metro cubo) o con fumo di legna. _La carta pei bachi deve essere sempre nuova._ [Illustrazione: Fig. A — _Fornelletto per la formalina._] V. Nascita e Allevamento dei bachi nelle prime età. 11. Pochi bacolini (_spie_) nascono il primo giorno; gli altri (conservando la temperatura intorno a 17° R. = 21° C.) devono regolarmente nascere nei successivi tre giorni; pochissimi, il quinto giorno. È credenza volgare, _ma erronea_, che i primi bacolini nati siano i più robusti. Se un seme desse una nascita poco numerosa (molta _fallanza_) converrà non allevare i pochi bachi nati: quel seme è di cattiva qualità o mal conservato; il prodotto, anche riferito ai soli nati, sarebbe basso certamente. Appena il seme comincia a sbianchire bisogna ricoprirlo con un _doppio velo_ a tessuto assai largo (_tulle_) o con una _doppia cartina forata_; meglio ancora, il velo (_tulle_) sulla semente, e, sul velo, la cartina forata. All'apparire degli spioni, il mattino di buon'ora, si mettono sul velo o sulla carta forata poche foglioline di gelso o qualche striscia di foglia trinciata. Più tardi, verso le 7 ant., si leva il primo foglio o velo colle fogliette e se ne mette un altro, pure con altre foglie. 12. Si tolgono così, in tre o quattro volte per ogni giorno[5], i bachi nati che si depongono su un foglio di carta nella stessa stanza o in altra alla stessa temperatura (17° R.) ponendo le fogliette cui sono attaccati un po' distanti fra loro e cominciando a dare pasti leggerissimi e frequenti di foglia finamente trinciata. _I bachi di ogni levata debbono tenersi sempre separati e non si deve pretendere di pareggiarli coi digiuni!_ 13. I bacolini appena nati, raccolti come or ora fu detto e portati in una stanza a circa 17° R. (21° C.) verranno mantenuti a questa _temperatura che dovrà pure conservarsi presso a poco costante durante tutto l'allevamento_. 14. In tutte e tre le prime età del baco non occorrono poi altre cure che le seguenti: _a_) 7-8 pasti (sempre leggeri) _di foglia trinciata_ nelle 24 ore; rendere i pasti ancor più leggeri (ma non meno numerosi) presso alle mute. _È un errore somministrare pasti abbondanti e radi._ _b_) Mantenere il locale a circa 16°-17° R. (20°-21 Centigradi). _c_) Rinnovare l'aria. _d_) Mutar di letto ai bachi una volta nella 2ª età (nella 1ª non occorre) e 2 a 3 volte nella terza.[6] _e_) Diradare i pasti subito dopo le mute e pareggiare i bachi piuttosto cogli spostamenti dei fogli di carta dall'alto in basso e dal basso in alto[7] che non coi digiuni. _f_) Tener _molto radi_ (_chiari_) i bachi assegnando loro lo spazio necessario; _g_) Tenere _asciutto_ l'ambiente. VI. Spazio necessario per un'oncia di bachi. 15. È importantissima condizione di riuscita, nell'allevamento dei bachi, il tenerli molto _radi_ (_chiari_). Per un'oncia di bachi occorreranno, coi sistemi comuni di allevamento, all'incirca, le seguenti superfici: Alla fine della 1ª età m. quad. 3 » » » 2ª » » 6-7 » » » 3ª » » 15 » » » 4ª » » 25 » » » 5ª » » 50 VII. Foglia e pasti. 16. La foglia sia sempre più fresca che sia possibile, non bagnata, non fermentata. Sia conservata in magazzini o cantine asciutte; meglio se attaccata ai ramicelli. Sia ripulita dai frutti, stecchi ecc. Sia trinciata, almeno per le 3 prime età del baco. La trinciatura si fa a mano, con un coltello ben tagliente, finchè la foglia è tenera ed acquosa; poi con un _trinciafoglia_ se, per la quantità dei bachi, questo ordigno occorre. 17. I pasti siano leggeri, uniformi, frequenti anche presso le mute; siano piuttosto più radi subito dopo le mute; ma, due giorni dopo la muta, devono ritornare frequenti (7-8 al giorno, a intervalli regolari nelle 24 ore). Il consumo di foglia mondata si può _in media_ calcolare così per un'oncia di bachi: 1ª età Kg. 5 } foglia 2ª età » 18 } ancor 3ª età » 36 } tenera 4ª età » 110 5ª età » 700 ————— TOTALE Kg. 869 VIII. Mute. 18. Quando i bachi si avvicinano alla muta conviene siano sollecitamente cambiati di letto affinchè durante il letargo (_dormita_) non rimangano su molto letto; sarebbe pure dannoso aspettare a fare il cambio che ve ne fossero già degli addormentati. 19. I pasti, all'avvicinarsi delle mute, non devono diminuirsi di numero; ma solo di quantità. Dopo le mute, e cioè appena si vedono i primi bachi colla pelle nuova (_svegliati_), si sospende affatto la somministrazione di foglia per pareggiarli. Si potrà così tenere i bachi 16-18 ore, _ma non più_, senza cibo, semprechè la temperatura non sia più alta di 18° R. I primi bachi addormentati si passano in basso del castello, mentre quelli coi bachi più indietro si portano in alto. IX. Cambiamento dei letti. 20. Si deve fare 1 o 2 volte per ogni età; fanno eccezione la 1ª età, in cui si può evitare il cambiamento del letto, e la 5ª ed ultima in cui occorrerebbe cambiamento _giornaliero_. Per cambiare i letti si adoprano le _carte forate_ nella 2ª, 3ª e 4ª età; le _reti_ per l'ultima sarebbero preferibili; ma in molti casi si fa senza, adoprando getti (_butti_) interi di foglia. Per la seconda età, e trattandosi di piccole partite, può farsi il cambiamento anche per mezzo di foglie intere collocate sui bachi col picciuolo rivolto in su. Prese poi le foglie pel picciuolo quando sono cariche di bachi, si portano su altri graticci. I bachi cambiati di letto si pongono sempre lungo la mezzeria dei graticci formandovi una striscia dapprima piuttosto stretta per potere, coi pasti successivi, allargarla diradando così i bachi convenientemente; oppure si collocano a discrete distanze sulle arelle i fogli di carta forata. X. Allevamento dei bachi nella 4ª e nell'ultima età. 21. Alla 4ª età può somministrarsi ai bachi la foglia intera. Però essa deve esser mondata, e questo _dovrebbe farsi sempre_, anche nella 5ª età. Deve continuare la frequenza dei pasti; nell'ultima età poi, eccettuati i primi 2 giorni dopo la muta, _l'alimentazione deve esser quasi continua_. La temperatura si mantenga presso a poco costante (17° R. = 21° C.) e ci si assicuri che nel locale la ventilazione non manchi: porte e finestre siano sempre aperte: _anche di notte_ se la temperatura esterna lo consente; ma le finestre siano difese con tele rade od altro che permetta ventilazione e non forti correnti; che se aldifuori fa freddo, allora occorrono frequenti fiammate, anche per assicurare col fuoco il rinnovamento dell'aria. Si cerchi che i bachi non siano mai troppo fitti e che occupino presso a poco lo spazio indicato a pag. 15. 22. _Si cambino i letti come è detto a pag._ 16; e si allontanino subito dalla bacheria i letti e l'altro sudiciume spazzando il pavimento, dopo averlo lievemente innaffiato con acqua che contenga disciolta un po' di _formalina_. Converebbe portar via le spazzature entro appositi sacchi di tela _che assolutamente non devono servir mai per la foglia_. Pessimo è il costume di buttare in terra, dall'alto, i letti dei graticci superiori, sollevando un polverio pericolosissimo. _Il pavimento non si bagni mai troppo_ per non rendere umido il locale. L'umidità eccessiva è nemica capitale del baco da seta e del bozzolo. XI. Il Bosco. 23. _Fare il bosco bene_, ecco un punto essenzialissimo dell'allevamento dei bachi. È difettosa l'opinione _che quando i bachi ne hanno voglia fanno galletta dappertutto_. Ciò è vero in parte; ma che galletta? _Rugginosa, muffata, macchiata, fiacca, malformata ed ammaccata_: che poi _alla bacinella_ rende poco, il cui filo si strappa; cosicchè infine l'acquirente si stanca di venir a comprare su taluna delle nostre piazze, o ci fa prezzi troppo bassi. 24. Facciamolo dunque _bene_ il bosco; e cioè: _a) in luogo arioso, asciutto e pulito;_ _b) con materiale nuovo, secco, sottile e rado;_ _c) allontaniamone i letti al più presto;_ _d) non soffochiamo il bosco con coperture inutili e dannose;_ _e) non facciamo suffumigi durante il lavoro del baco._ Esaminiamo questi cinque punti: 25. Il bosco deve farsi in _luogo arioso, asciutto e pulito_. Pertanto, se si ha abbondanza di locali, nulla di meglio che portare i bachi maturi fuori del locale ove furono allevati e metterli al bosco in apposito ambiente, che può del resto essere anche semplicemente un granaio, purchè riscaldabile all'occorrenza, purchè non infestato da topi e purchè _arioso, asciutto, pulito_. E per seguire questo metodo non occorre nemmeno prendere i bachi maturi colle mani dalle arelle su cui si coltivarono (perchè si va a rischio di coglierne anche dei mal maturi o di sciuparne qualcuno) ma basta mettere sulle arelle ove si danno gli ultimi pasti ai bachi delle frasche _ben secche, sottili, leggere e rade_ (_chiare_) o meglio degli steli secchi di ravizzone (_colsato_) o di scoparia (_spazzadora da campo_) e con tali frasche o steli, su cui si arrampicano i bachi maturi, si portano questi nell'ambiente ove poi dovranno filare. Se invece lo spazio fa difetto, il che è purtroppo cosa comune, è necessario fare il bosco _nello stesso locale di allevamento_; ma in tal caso si cerchi di far bosco _senza letto_. Anche allora, per levare i bachi maturi si usi pure del sistema predetto, ponendo sulle arelle ove i bachi mangiano delle frasche (ma _secche, secche_, non appassite soltanto) e con esse si portino i bachi sulla prima arella libera, in alto, sulla quale si sarà preparato il bosco. Questo potrà esser fatto anche col metodo comune o lombardo, e cioè a siepi di fascine disposte _a caselle_ (_calti_) ma coi bachi _portati_. Di mano in mano insomma il bosco dovrebbe farsi su arelle libere, sulle quali si portano i bachi maturi; mentre gli ultimi ritardatari, se lo spazio lo consente, si dovrebbero levare accuratamente e portare su arelle speciali ove si alimenteranno separatamente per farli poi salire alla loro volta. 26. Il materiale con cui si fa il bosco sia _nuovo, secco, pulito, sottile e rado_. I buoni agricoltori dovrebbero tutti coltivare ogni anno un po' di ravizzone per averne olio e _steli secchi_, che sono il miglior materiale per far bosco ai bachi. Un'altra buonissima pianta per questo è la scopa (_spazzadora_) anche questa di facile coltivazione ove si abbiano terreni sabbiosi. Buone materie per far bosco sono anche le _ginestre_, la _paglia di segale_ ben secca, i _ricci_ o _trucioli_ (_rizzi_) di falegname e la cosiddetta _paglia di legno_. Adatta abbastanza è poi qualsiasi legna _minuta_, anche di gelso o di vite (_sarmenti_) purchè sia veramente _minuta_ e, lo ripeto, =secca=, e purchè non legata e ristretta in fascine compatte; dalle fascine ogni grosso legno deve essere stato levato. Nella legna grossolana e legata strettamente in fascine il baco fa il bozzolo malamente; la galletta riesce _piccola_,[8] _deforme_ e _ammaccata_. Nella legna umida poi il bozzolo viene attaccato da muffe e diviene _macchiato_ o _rugginoso_. Il bosco vecchio, che ha cioè servito una volta, _si bruci_; non si conservi. 27. _I letti non debbono restare sotto al bosco._ Levati i bachi ritardatari per dar loro ancora i pochi pasti necessari, e questi di foglia mondata, si toglieranno al più presto dalle caselle (_calti_) i letti e anche le carte, se vi sono, onde non resti materia umida sotto i bachi che filano e l'aria circoli senza trovare ostacoli. 28. _Non soffochiamo il bosco con coperture dannose._ Una leggera copertura del bosco con garze pulite sarebbe anche adatta; ma coprire con carte è assai mal fatto; l'aria non circola; molti bachi muoiono soffocati prima di filare o a mezza filatura, e molti bozzoli restano ammaccati; _ed ecco un'altra causa di mancato prodotto o di qualità meschina_. Dunque: o coprire il bosco con arelle, con garze o con altra materia permeabile all'aria, _o non coprire affatto_. Del resto basta tenere nel luogo del bosco luce moderata perchè i bachi filino benissimo, senza bisogno di copertura. 29. _I suffumigi (profumi) durante il lavoro del baco_, possono arrecare danno alla qualità del bozzolo o disturbo al lavoro del baco che, finiti i pasti, ha bisogno essenzialmente _d'aria pura_. Perciò non si facciano suffumigi di nessuna specie durante la filatura, _anche per non dare pretesti_ a chi compra le gallette. Lo ripeto dunque: per la salita al bosco, e fino alla raccolta dei bozzoli, _aria, aria asciutta, niente letti, niente suffumigi, materiale da bosco secco, nuovo, pulito, e non coperture soffocatrici!_ * * * Un bosco che nella sua massima semplicità riunirebbe tutti, o quasi tutti, i vantaggi desiderati è quello rappresentato dalla figura _B_. È composto di legna assai minuta adagiata e disposta in 2 piani (S S nella figura) [Illustrazione: _Fig. B. Bosco Pasti sul castello (peagnara)_] Quivi dovrebbero poter fare il bozzolo i bachi di tutta una peagnara o castello, concentrando sui due ripiani preparati pel bosco i bachi di 5-6 arelle. Ma come portare sulle due imboscate i bachi maturi? Levandoli a mano con fraschette dalle arelle ove ancor mangiano gli altri, e deponendoli sul bosco. Naturalmente, perchè le 2 false arelle S S col bosco possano meglio sostenersi, converrà farle con bastoni longitudinali e trasversali. E per evitare che i bachi del bosco di sopra macchino colle loro dejezioni quelli di sotto, un'arella con carta, applicata per qualche tempo sotto al bosco superiore (Vedi A nella Fig. _B_) servirà all'uopo. Questa arella vera non resterà sotto al primo bosco che fino a filatura bene avviata di tutti i bachi. Poi si leverà[9]. Il bosco così sarebbe arieggiato, asciutto e non avrebbe letti; il bozzolo non vi soffrirebbe e se ne otterrebbe quindi migliore qualità di galletta che dalle caselle (_calti_) soffocate e umidiccie — Provatelo. * * * 30. Una raccomandazione, per finire. Se presso qualche vostro conoscente, amico, parente, si manifesta il _calcino_, guardatevi dall'andare e venire dalle sue bigattiere alle vostre, guardatevi dallo scambio di arelle, carte o altro materiale, ed evitate accuratamente che le donne che accudiscono a quei bachi possano venire a vedere o, peggio, a lavorare, attorno ai vostri bachi! _Seguendo queste nonne, i bachicultori del Veronese potranno rialzare le sorti di questa loro industria ora depressa e ritornare certo a prodotti molto più elevati, e, probabilmente, anche a prezzi più rimuneratori._ NOTE: [1] Debbo particolari grazie ai Signori Fratelli Pasti, valentissimi bachicultori, che mi hanno favorito dei loro consigli onde rendere questo opuscoletto più pratico che fosse possibile. [2] La stanza incubatrice non dovrebbe essere rivolta a mezzogiorno per evitare un riscaldamento eccessivo. [3] Trattandosi di dover fare di nuovo, i caminetti tipo _Susani_ sono i più pratici. Sono specie di Francklin tutti di mattoni, con canna pel fumo, pure di mattoni; la canna sale obliquamente lungo le pareti della stanza e così riscalda bene tutto il locale. [4] Invece del bagno nel solfato di rame si può fare agli attrezzi, con pari risultato, una irrorazione con formalina all'1½ per 100. [5] Se lo strato di seme non è molto sottile, si fanno anche 5 levate in un giorno. [6] Nella 1ª età, per ottenere il diradamento, _basta rompere_, cioè suddividere, il letto. [7] In ogni stanza l'aria più calda va in alto; abbassando le carte o le arelle che hanno i bacolini svegliati primi, alzando quelle che hanno i bachi più indietro, si può arrivare a ottenere un buon pareggiamento. Del resto non bisogna esagerare coi pareggiamenti e non è poi male mandare i bachi al bosco a riprese senza troppo affannarsi. [8] Anche _piccola_ perchè il baco sperde molta seta stentando a trovarsi luogo adatto per imbozzolarsi. [9] L'altra arella A sotto al bosco inferiore impedisce la caduta a terra di qualche baco. Nota del Trascrittore Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione minimi errori tipografici. End of the Project Gutenberg EBook of Istruzioni popolari per la buona tenuta dei bachi da seta, by Tito Poggi *** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK ISTRUZIONI POPOLARI *** ***** This file should be named 54352-0.txt or 54352-0.zip ***** This and all associated files of various formats will be found in: http://www.gutenberg.org/5/4/3/5/54352/ Produced by Rosemarie della Scala and Barbara Magni (original images from Biblioteca Scolastica - Istituto Tecnico Agrario "G. Garibaldi", Roma) Updated editions will replace the previous one--the old editions will be renamed. 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It exists because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from people in all walks of life. Volunteers and financial support to provide volunteers with the assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg-tm's goals and ensuring that the Project Gutenberg-tm collection will remain freely available for generations to come. In 2001, the Project Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure and permanent future for Project Gutenberg-tm and future generations. To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 and the Foundation information page at www.gutenberg.org Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non profit 501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal Revenue Service. The Foundation's EIN or federal tax identification number is 64-6221541. Contributions to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent permitted by U.S. federal laws and your state's laws. The Foundation's principal office is in Fairbanks, Alaska, with the mailing address: PO Box 750175, Fairbanks, AK 99775, but its volunteers and employees are scattered throughout numerous locations. Its business office is located at 809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887. 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